La “Democrazia dei creduloni” e’ un libro di sociologia scritto da Gerald Bronner, un professore di sociologia dell’università Paris-Diderot. In questo libro Bronner analizza come e perché si formano delle credenze che non hanno nessun fondamento scientifico. Il libro, più di trecento pagine, e’ molto denso e pieno di informazioni. Chiaramente non mi sarà possibile riassumerlo un articolo, voglio quindi presentare solo alcuni concetti che mi hanno particolarmente colpito.
- Il bias dell’informazione
Il bias dell’informazione e’ diventato negli ultimi anni, secondo Bonner, una delle cause principali della formazione di credenze. Con bias dell’informazione ci si riferisce al fatto che se voi cercate delle informazioni su un determinato argomento per esempio i vaccini, il disastro delle torre gemelle, etc… troverete molti più siti web che parlano dei pericoli dei vaccini o dei complotti che ci sono dietro al disastro dell’11 settembre che siti neutrali o a favore dei vaccini. Bronner su questo argomento ha condotto vari studi mostrando come ricerche neutre del tipo “i vaccini fanno male?” oppure “chi ha distrutto le torri gemelle?” danno sempre risultati a favore dei gruppi complottisti, che sono i più attivi e motivati nel diffondere la loro versione. Anche Wiki in questo caso non aiuta molto perché su molti argomenti presenta le varie versioni anche se alcune non sono basate su alcuna prova scientifica. Alla fine Bronner smonta un po’ il mito di Internet come paradiso dell’informazione libera, mostrando che in verità e’ pieno di informazioni sbagliate che spesso sovrastano quelle corrette. - L’effetto Fort
L’effetto Fort, prende il nome da Charles Fort, di cui vi invito a leggere la simpatica biografia su wiki, e’ la maniera in cui viene chiamato in sociologia quel fenomeno per il quale si può costruire una storia vera mettendo insieme tante idee false. Il risultato finale sarà un “mille-foglie” argomentativo, dove ogni strato e’ fragile ma la struttura finale sarà cosi’ grande che lascerà sempre un’impressione di verità. Per farvi un esempio prendiamo l’ipotesi di un complotto dietro l’attentato alle torri gemelle. I complottisti tirano fuori vari argomenti come: i movimenti in borsa prima dell’undici settembre; il fatto che la temperatura di fusione dell’acciaio e’ maggiore del calore sprigionato dall’incendio, i movimenti della famiglia Bin Laden, etc… Ognuna di queste argomentazione può facilmente essere smentita da un esperto del settore, ma l’insieme e’ difficile da battere e lascerà sempre con il dubbio che qualcosa sia vero. (per info l’acciaio anche se non fonde perde il 90% della sua resistenza alle temperature generate dell’incendio e questo spiega il crollo). - Il paradosso di Olson
Di cosa si tratta? Supponiamo che cinque individui abbiano lo stesso interesse. Unificando le forze potrebbero ottenere un vantaggio, per esempio economico. Tuttavia ognuno di loro sa bene, che per ottenere il vantaggio, e’ necessario investire un po’ di tempo o denaro. L’investimento sarà chiaramente minore al vantaggio che si potrà ottenere, ma tutti sanno che non e’ necessario che tutti si ingaggino in questo affare, e’ sufficiente che un certo numero lo faccia affinché tutti ne possano beneficiare. Il paradosso d’Olson si manifesta quando un gruppo di individui che avrebbero un interesse comune e tutto da guadagnare se agissero collettivamente, non lo fanno perché pensano che potranno averne i vantaggi lasciando che altri si investano al posto loro, in altre parole “lasciano fare agli altri”. Secondo Bonner questo e’ quello che succede nella comunità scientifica, gli scienziati sarebbe un gruppo di pressione piu’ forte dei vari gruppi antivaccini etc.. ma pochi si ingaggiano in questa battaglia, causa tempo etc.. e quindi un piccolo gruppo riesce a vincere su uno più grande.
Questi elencati sopra sono secondo Bronner le cause principali della formazione delle credenze, anche se il libro analizza molti altri aspetti. Adesso vediamo come si possono risolvere i problemi.
- Come risolvere il problema
Alla fine del libro Bronner consacra un capitolo a come poter evitare la formazione di queste credenze. La prima cosa che mette in luce e’ che, contrariamente a quanto ritengono molte persone, non c’è una correlazione tra il livello d’istruzione e le varie credenze. Basti pensare per esempio al caso dei vaccini i più grandi sostenitori della loro pericolosità sono laureati e spesso in materie scientifiche. Secondo Bronner il problema sta nella maniera in cui quello che viene insegnato e come. Lui solleva due mancanze importanti: 1) la scarsa conoscenza della statistica e del calcolo della probabilità che non viene insegnata quasi per niente o rimane molto astratta; 2) il metodo scientifico. Secondo Bronner questi aspetti sono fondamentali per combattere le credenze: una buona conoscenza della statistica permetterebbe ai cittadini di meglio comprendere molte notizie riportate dai giornali, di valutare e comparare meglio i rischi, capire cosa sono le fluttuazioni, la media; la correlazione tra gli eventi etc… L’insegnamento del metodo scientifico invece e’ importante in quanto nelle scuole si insegna molto il relativismo, le differenti opinioni su fatti storici o le differenti correnti filosofiche e letterarie, senza mettere l’accento sul fatto che quando si parla di scienza esiste un metodo per distinguere ciò che e’ vero da ciò che non lo e’, e non tutte le opinioni sono allo stesso modo difendibili.
febbraio 4th, 2015 → 12:59 PM
[…] Gerald Bronner, “La démocratie des crédules“, 2013 (In una recensione del blog “Fisici per il mondo” si osserva che l’autore “solleva due mancanze importanti: 1) la scarsa conoscenza della statistica e del calcolo della probabilità che non viene insegnata quasi per niente o rimane molto astratta; 2) il metodo scientifico. Secondo Bronner questi aspetti sono fondamentali per combattere le credenze: una buona conoscenza della statistica permetterebbe ai cittadini di meglio comprendere molte notizie riportate dai giornali, di valutare e comparare meglio i rischi, capire cosa sono le fluttuazioni, la media; la correlazione tra gli eventi etc… L’insegnamento del metodo scientifico invece e’ importante in quanto nelle scuole si insegna molto il relativismo, le differenti opinioni su fatti storici o le differenti correnti filosofiche e letterarie, senza mettere l’accento sul fatto che quando si parla di scienza esiste un metodo per distinguere ciò che e’ vero da ciò che non lo e’, e non tutte le opinioni sono allo stesso modo difendibili“: qui). […]
febbraio 4th, 2015 → 3:04 PM
[…] In Italia, se la copertura per le tre vaccinazioni obbligatorie è piuttosto uniforme a livello nazionale (95%), esiste invece una forte variabilità geografica per quanto riguarda le vaccinazioni raccomandate ma non obbligatorie: si va dal 70,5% della Campania al 97% di Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna per quanto riguarda il vaccino antipertosse; dal 25,5% della Calabria all’87,7% dell’Emilia-Romagna per il vaccino contro il morbillo. Che questo gradiente geografico vada poi a tutto svantaggio dei bambini delle classi sociali più basse ci sono pochi dubbi: vi è una forte associazioni statistica tra copertura vaccinale e livello d’istruzione materno. Ma vi è anche una rilevante responsabilità dei servizi sanitari. [Guido Giarelli – Eleonora Venneri, “Sociologia della salute e della medicina. Manuale per le professioni mediche“, 2009, p. 421]. – It’s not surprising at all that parents prone to antivaccination beliefs have family histories of illness or an interest in alternative medicine such as homeopathy, as much of “alternative medicine” is hostile to vaccination. It’s also quite common for religious beliefs to play a role. However, I would quibble somewhat with whether that apparent “sophisticated” understanding of the issues involved is actually as sophisticated as it appears on the surface. In some cases it may be, but far more often it’s a superficial understanding that has little depth, mainly because few lay people have the detailed scientific and medical background to apply the information. It’s often a matter of knowing facts, but not having the scientific experience, understanding of mechanisms, or sophistication to put them in context or to apply them to the situation properly, giving the veneer of scientific sophistication. […] One other aspect that often comes into play is an extreme distrust of conventional medicine and/or the government such that few individual studies that question the safety of vaccines are given far more weight in their minds than the many more studies that show vaccines to be extraordinarily safe or large metanalyses (such as those done by the Cochrane Collaboration). Certainly this is one reason why the infamous Wakefield study, despite being shoddily designed and now thoroughly discredited, keeps rearing its ugly head again and again and continues to be cited by antivaccination activists as strong evidence that the MMR vaccine causes autism. [Orac, “The sociology of the antivaccination movement“, 17 gennaio 2007] – Mike Poltoraka, Melissa Leachb, James Fairheada, Jackie Cassellc, “‘MMR talk’ and vaccination choices: An ethnographic study in Brighton“, in “Social Science & Medicine“, Volume 61, Issue 3, August 2005, pp. 709–719, abstract. – Stephanie A. Eckstrom, “Emotional Cultures of Anti-Vaccine Websites: The Proliferation of an Unpopular Movement“, thesis for the degree of Master of Arts in Sociology, University of Pittsburgh, 2014, pdf. – Ned Sherry, “Investigating the Formation and Substantiation of Anti-Vaccination Attitudes: A Qualitative Analysis“, University of Puget Sound, 17 maggio2013, pdf. – Whet Moser, “Why Do Affluent, Well-Educated People Refuse Vaccines? A small, surprising demographic is worried about vaccines. But don’t panic about it, because that’s actually counterproductive“, in “Chicago Magazine“, 26 marzo 2014. – Redazionale, “Religious People View Science Favorably But Reject Some Theories – Just Like Everyone Else“, in “Science 2.0“, 28 gennaio 2015. – Redazionale, “Democrats Redeemed? Republicans More Anti-Vaccine, Says Paper“, in “Science 2.0″, 2 febbraio 2015. – Paul A. Offit, “Deadly Choices: How the Anti-Vaccine Movement Threatens Us All“, 2012. – Gerald Bronner, “La démocratie des crédules“, 2013 (In una recensione del blog “Fisici per il mondo” si osserva che l’autore “solleva due mancanze importanti: 1) la scarsa conoscenza della statistica e del calcolo della probabilità che non viene insegnata quasi per niente o rimane molto astratta; 2) il metodo scientifico. Secondo Bronner questi aspetti sono fondamentali per combattere le credenze: una buona conoscenza della statistica permetterebbe ai cittadini di meglio comprendere molte notizie riportate dai giornali, di valutare e comparare meglio i rischi, capire cosa sono le fluttuazioni, la media; la correlazione tra gli eventi etc… L’insegnamento del metodo scientifico invece e’ importante in quanto nelle scuole si insegna molto il relativismo, le differenti opinioni su fatti storici o le differenti correnti filosofiche e letterarie, senza mettere l’accento sul fatto che quando si parla di scienza esiste un metodo per distinguere ciò che e’ vero da ciò che non lo e’, e non tutte le opinioni sono allo stesso modo difendibili“: qui). […]