Capita spesso di sentire diversi colleghi lamentarsi dello stato dei finanziamenti della ricerca o del fatto che si stia diffondendo sempre piu’ un sentimento antiscientifico ed irrazionale che tende a vedere in ogni ricercatore un cospiratore. Il problema pero’ sta anche nel chiedersi quanto la comunita’ dei Fisici ad esempio si sia dotata di strumenti in grado di far sentire la propria voce, di fare “lobby” come si direbbe negli USA. Quando mi trasferii negli USA nel 2009 ed attesi il mio primo meeting dell’American Physical Society (APS) rimasi sorpreso nel chiedermi come mai in Italia e in Europa non esistano organizzazioni allo stesso livello. Questi meeting sono estremamente utili per la comunita’ dei Fisici per confrontarsi, per aggiornarsi sui progressi delle ricerche altrui, ma soprattutto per realizzare di essere una comunita’. Si va da sessioni parallele con seminari tecnici a sessioni plenarie con tavole rotonde o seminari di premi Nobel. Ci sono incontri con membri della National Science Foundation (NSF) utili per capire qual e’ lo stato dei finanziamenti e come ottenere soldi per le proprie ricerche.
Ma ci sono anche altre iniziative volte ad esempio a far sentire la propria voce ai membri del congresso degli USA. Ad ogni incontro della APS ci sono delle postazioni attrezzate con computer dove ogni partecipante puo’ mandare una email al proprio rappresentante al congresso chiedendo di sostenere la ricerca scientifica. La APS poi svolge un ruolo attivo di lobby nel fare pressione perche’ la ricerca fisica venga finanziata, informa i propri soci tutte le volte che viene discusso il bilancio federale USA per capire se ci saranno tagli o meno (ed invitare i soci a reagire nel caso), e svolge diverse attivita’ di divulgazione. Ad esempio di recente mi era arrivata una email dalla APS chiedendo donazioni per il programma PhysicsQuest che distribuisce gratuitamente alle scuole un pacco contenente diversi strumenti che possono essere usati per fare semplici esperimenti di Fisica per studenti delle scuole medie. Organizzano anche diverse iniziative di divulgazione scientifica e tra quelle che ho trovato piu’ simpatiche e’ stata la creazione di un fumetto con una supereroina dal nome Spectra.
Quando ero uno studente di dottorato in Italia e poi un postdoc in Germania, non avevo mai sentito parlare di nulla di simile in Europa. Quando dico agli americani che non avevo mai sentito parlare di una European Physical Society o che incontri come quello della APS in Europa non esistono, mi guardano decisamente stupiti. Come possono i Fisici in Europa far sentire la propria voce se non si comportano come una comunita’? Un’altra cosa che onestamente invidiavo di chi aveva fatto il PhD negli USA e’ che la APS riserva a tutti i suoi incontri dei momenti dedicati agli studenti di dottorato per aiutarli a costruire reti di conoscenze personali (networking) che possano poi aiutarli in futuro cosi’ come anche incontri con docenti che possano aiutarli a capire come crescere professionalmente. Per non menzionare poi la possibilita’ di incontri con l’industria privata sempre ben presente ai meeting della APS sia nel ruolo di venditori che nel ruolo di reclutatori di nuovi possibili dipendenti. Sono presenti ovviamente anche gli editori di diverse riviste che pubblicano articoli scientifici. Ci sono poi incontri riservati alle minoranza (ricercatrici per esempio) per discutere meglio dei problemi che si trovano ad affrontare nel cercare di fare carriera in un mondo che e’ ancora purtroppo dominato dagli uomini.
Per curiosita’ avevo provato a vedere se in Europa esistesse una European Physical Society e cercando con Google ne ho trovato il sito internet. Ma onestamente non ne avevo mai sentito parlare e nessuno che conoscessi (quando ero dottorando in Italia o postdoc in Germania) partecipava ad alcuna delle loro iniziative. Negli USA e’ considerato molto importante mandare i propri studenti ai meeting della APS perche’ sono un’occasione unica per vedere la comunita’ tutta insieme, farsi pubblicita’, e non solo (contatti con le industrie, membri della NSF, momenti di formazione,…).
La APS e’ comunque aperta anche a coloro che non lavorano negli USA. I due meeting grossi che organizzano ogni anno sono quello di Marzo e quello di Aprile. Puo’ essere una buona idea per chi lavora in Europa farci un salto. E’ anche un ottimo modo per pubblicizzare al meglio la propria ricerca (quanti europei ignorano la APS e poi si lamentano che gli americani li ignorano?). In piu’ la APS ha un comitato per le relazioni internazionali che si occupa proprio di incentivare i contatti fra i ricercatori USA e quelli degli altri paesi.
Sarebbe bello se anche a livello europeo ci fossero meeting come quelli della APS e con lo stesso livello di partecipazione. So che esistono anche societa’ a livello nazionale. Forse sarebbe il caso di cominciare noi ad iscriverci ad esse e farle “proprie”.
PierLuigi
settembre 19, 2013
A dire la verità in Italia c’è l’ormai più che centenaria Società italiana di Fisica, che ha una storia notevole. Forse sarebbe necessario darle un curvatura più aperta alla società e più dinamica; In passato ha fatto cose notevoli anche a questo proposito
raffaelesinibaldi
settembre 26, 2013
Forse la società di fisica europea non esiste o non è ben coordinata. Sono stato però nel 2005 o giù di lì al convegno FEBS (Federation of European Biochemical Societies) e c’erano molte delle cose che descrivi proprie della APS. Anche al convegno EUCAS (European Conference on Applied Superconductivity) c’erano pitch di investitori, incontri tra dottorandi/post-doc e “sedute di gruppo” sulle minoranze, simposi o tavole rotonde sulle azioni della commissione europea etc. Credo che le lobby europee siano più legata al singolo settore di ricerca (biochimica, superconduttori, alte energie etc ..) piuttosto che all’idea di comunità di fisici. Tra l’altro in Italia credo possa capitare che strutturisti e particellari neanche si salutino.
Maria Grazia Ortore
settembre 26, 2013
Mi trovo d’accordo con Raffaele sulla sua analisi. L’impressione è che la comunità dei fisici si sia frammentata sempre di più negli ultimi anni, ed appare probabilmente più conveniente ed utile “rifugiarsi” nella specificità dei proprio settori di studio. Questa mancanza di uno spirito di comunità fra i fisici è piuttosto sorprendente, se solo si guarda al secolo scorso, e ha sicuramente delle conseguenze importanti che saltano agli occhi guardando i piani di studi proposti dai vari dipartimenti di fisica del nostro Paese.