Informazione manipolata

Posted on novembre 15, 2017 di

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Naturalmente non dovrei impicciarmi in questioni lontane da quel ristretto dominio in cui mi sento di poter dire qualcosa che sia diverso dal rumore di fondo. Sarebbe corretto che non lo facesse nessuno (dice il saggio: quando non hai qualcosa da dire, non dirla) e quindi non è sicuramente opportuno che io, fisico sperimentale, mi impicci in questioni di glifosato, Monsanto, diserbante Roundup, o di aspetti legali dei Monsanto Papers e dell’inchiesta de Le Monde che è stata tradotta in Italia da Internazionale in ben due numeri [1, 2]. Si trova abbondante materiale (attendibile) sul web, scritto da gente assai più competente.

Pero’ c’è un aspetto dei Monsanto Papers e dell’inchiesta di Le Monde che mi preoccupa e riguarda un tema che qui su Fisici per il Mondo abbiamo a cuore: la fiducia che le società moderne ripongono nei ricercatori ed in quello che ci raccontano del loro lavoro.

Brevissima descrizione dei fatti. Il glifosato è l’ingrediente forse più ‘controverso’ del Roundup, un diserbante originariamente sviluppato dalla multinazionale Monsanto (di cui non detiene più la licenza di produzione esclusiva da oltre dieci anni) ed utilizzato su ampia scala in tutto il mondo. E’ scaduta la licenza d’uso del glifosato nella UE e le nostre istituzioni comunitarie devono pronunciarsi, anzi avrebbero dovuto già farlo da qualche tempo, sulla proroga della licenza. Perché questo ritardo nel prendere una decisione? E’ probabile che ciò sia legato al fatto che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha recentemente classificato il glifosato come ‘potenzialmente cancerogeno’ e questo, naturalmente, solleva dei dubbi sulla legittimità del suo utilizzo in agricoltura.

I Monsanto Papers sono la produzione di documenti segreti che la Monsanto ha dovuto esibire nei tribunali USA per via di un’azione legale, intrapresa negli USA ma che sta provocando forti scosse anche da noi in Europa. Le Monde ha pubblicato nel 2017 un’inchiesta che Internazionale ha contribuito a diffondere in Italia. La seconda parte dell’inchiesta riguarderebbe la

…pratica comune della multinazionale di far scrivere testi che poi vengono firmati da altri, cioè nell’agire come autore fantasma (ghostwriter, da Internazionale 1227).

Stando al dossier di Le Monde, la Monsanto avrebbe intrapreso, sinergicamente, due tipi di azioni, delle quali ho difficoltà a capire quale sia più deplorevole.

Azione 1: per screditare la crescente opinione negativa nei confronti del glifosato, la Monsanto avrebbe agito verso la demolizione dei lavori scientifici in cui il glifosato non viene riportato esattamente come un toccasana. È il caso dell’insabbiamento di un lavoro pubblicato nel 2012 da Gilles-Eric Séralini et al. [3, figura anche una ricercatrice dell’università di Verona in questo manoscritto] che è stato poi ritirato dalla stampa, come accade generalmente per articoli palesemente fraudolenti, per esempio basati su falsificazione (ne abbiamo parlato a proposito del portale retractionwatch.com). L’allora Editore Capo della rivista Wallace Hayes avrebbe collezionato un numero elevato di lettere di ‘diffida’ nei confronti della pubblicazione di Séralini e colleghi del 2012, scritte da ricercatori apparentemente non legati alla Monsanto (ma accusati oggi di essere stati adeguatamente pagati), ed avrebbe così deciso di ritirare nel 2014 l’articolo dalla rivista. Non per frode, o errore involontario, ma perché “nessuna conclusione significativa ha potuto essere tratta da questi dati non convincenti” [4].  E’ un caso unico: si ritira il lavoro pubblicato non perché macchiato di frode, ma perché si decide che le conclusioni non son convincenti.  Peccato che la stessa rivista avesse già approvato il lavoro, e così le sue conclusioni, dopo la consueta revisione che caratterizza la pubblicazione di un qualsiasi manoscritto su rivista scientifica che si rispetti, come Food and Chemical Toxicology sicuramente è. A causa del conflitto di interesse di cui è stato accusato l’allora editore capo di Food and Chemical Toxicology, Wallace Hayes è stato poi sostituito dal professor José Luis Domingo, che faceva già parte del comitato editoriale della rivista quando l’articolo di Séralini fu approvato. Ma questa è oramai materia d’inchiesta che il gruppo editoriale Elsevier ha deciso di aprire.

Azione 2: Stando a l’inchiesta di Le Monde, la Monsanto avrebbe anche lavorato a manoscritti a supporto della sicurezza del glifosato. Invece di firmare di proprio pugno questi lavori, la Monsanto avrebbe corrisposto somme di denaro a ricercatori terzi, esterni all’azienda, perché apparissero come gli autori di quegli studi, gli esecutori di quegli esperimenti e di quelle analisi.

Le Monde parla di frodi, ma frode è una parola troppa generale che in questo specifico contesto non mi pare stia circoscrivendo il problema. Io ci vedo più specificamente un abuso della fiducia popolare nei risultati della ricerca scientifica.

Sebbene Le Monde (ed Internazionale) facciano riferimento agli aspetti corruttivi della vicenda, la responsabilità dei corrotti, i ricercatori che hanno agito da prestanome, resta solo in secondo piano rispetto ad una narrazione che sembra prevalentemente rivolta a puntare il dito contro il colosso dell’agrochimica. Ma sarebbe gravissimo sia il comportamento della Monsanto sia di questi ricercatori che avrebbero consentito, prestando il loro nome, di render pubbliche delle ricerche confezionate ad hoc, o di firmare lettere di diffida di lavori ritenuti scomodi. Entrambe le ‘azioni’ potrebbero influenzare politiche di scala continentale. Ho scritto in una lettera destinata ad Internazionale e che la redazione ha avuto la gentilezza di pubblicare nel numero 1230 del 10-16 Novembre 2017, che […] la ricerca scientifica si muove su sentieri nuovi, inesplorati, e l’onestà intellettuale di chi traccia questi sentieri è un presupposto inviolabile, senza il quale cadono le fondamenta su cui le società moderne costruiscono il loro progresso. Un amico che ha letto la mia lettera pubblicata mi ha invitato a scrivere questo post, per cui se siete arrivati fino a qui dovete dare la colpa ad Enzo ;-).

Riferimenti

  1. Monsanto Papers: Il gigante dei pesticidi sotto accusa, Internazionale no. 1214, 21-27 Luglio 2017
  2. Monsanto Papers: Informazione Geneticamente Manipolata, Internazionale no. 1227, 20-26 Ottobre 2017
  3. Séralini G-E, Clair E, Mesnage R, Gress S, Defarge N, Malatesta M, et al. (RETRACTED): Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize. Food and Chemical Toxicology. Pergamon; 2012 Nov 1;50(11):4221–31.
  4. S. Foucart e S.Horel, Le Monde (su Internazionale 1227 del 20 Ottobre 2017)