Sono stata reclutata quest’anno in un’universita’ francese come Insegnante-Ricercatore. Come il nome suggerisce faccio sia lezione che ricerca, ma il primo anno la preparazione di tutti i corsi mi prende molto tempo. Per fortuna sono riuscita a concentrarne la maggior parte in un mese e mezzo. Faccio un corso di Fisica per la Biologia e un corso di Matematica intensivo per delle persone che si preparano all’esame di stato.
La scrittura di questo post cade proprio a fagiolo come si suol dire. Questa mattina, avevo la mia ultima lezione di Fisica, per fortuna l’ultima. Ad un certo punto mentre facevamo esercizi, una ragazza mi ha contestato un risultato che prevedeva la somma di 2 frazioni. Siccome ritenevo che quello che dicesse non fosse corretto, le ho fatto notare che stava sbagliando. Forse gliel’ho detto con un po’ di distacco, fatto sta che lei si e’ innervosita e tutta indispettita mi ha cominciato a dire “E’ inutile che si innervosisca, non trovo logico quello che lei dice” quando quella nervosa era purtroppo lei. Per come sono non le ho saputo rispondere a tono subito ed ho fatto cadere la discussione dicendo che non valeva la pena innervosirsi e che ero pronta a spiegarle le cose in un altro modo. Dopo un po’ e’ tornata all’attacco a quel punto le ho chiesto di parlarmi “in un altro modo” e lei mi ha chiesto ancora con arroganza “che cosa e’ che non accetta, che ha sbagliato o che le dico di aver sbagliato”. Non ci potevo credere, come poteva questa persona sentirsi in diritto di superare in questo modo sfacciato i limiti?
Purtroppo questo evento e’ stato il culmine di questo mese e mezzo di insegnamento all’universita’ francese. Non sono stata troppo entusiasta, mi sono sentita spesso un insegnante al liceo, dovendo far firmare i fogli di presenza, dovendo fare i test per vedere se gli studenti seguono, dovendo sequestrargli un giornale, dovendo far finta di niente di fronte ad un uso smodato del cellulare per giocare durante le ore di lezione e dovendo ripetutamente intimargli di fare silenzio perche’ non riuscivo a parlare.
Il punto e’ che quando ho messo piede nell’aula il primo giorno entravo con in mente l’immagine dei miei professori all’universita’ a Roma. Non hanno mai dovuto imporre la loro autorevolezza il primo giorno di corso, imponendo delle regole o altre cose curiose che ho sentito fare qui. Non ne hanno mai avuto bisogno, perche’ in base alla mia esperienza ogni studente e’ libero di entrare o di starsene fuori, mediamente gli studenti sono interessati, e sanno che e’ importante prendere appunti cosi’ come avere dei libri di riferimento. Qui no, qui vogliono il corso redatto dal professore, in pratica le sue note. Non lo pretendono e’ vero, pero’ non si prendono la briga di andare a studiare sui libri o di avere un quaderno.
Insomma una vera fatica, rimango sconcertata di fronte all’immaturita’ di questi ragazzi, e del sistema universitario francese che purtroppo raccoglie lo “scarto” delle grandi scuole. In poche parole l’universita’ e’ vittima di questo sistema elitario. E si vede.
attaccalite
aprile 9, 2015
Hai dimenticato di dire che quando sono assenti ti portano il certificato medico 🙂 ……
Come ti capisco, e poi il fatto che non si usino i libri mi sembra proprio assurdo.
Mi piacerebbe conoscere il parere di qualcuno che insegna nelle “Grandi Ecole”
danielebarettin
aprile 9, 2015
Sono abbastanza basito..
In effetti qualche avvisaglia l’avevo vista anche in Danimarca, gli studenti di un corso dove facevo l’esercitatore erano un po’ maleducati.. però nei limiti, e cmq io forse mi sentivo ancora studente di dottorato, quindi forse ero io il primo a non “emanare autorità ”.
Ma scusate, come funziona in Francia, ci sono due “livelli” di Università ?
attaccalite
aprile 9, 2015
In Francia ci sono due tipi di studi dopo il liceo, le “Grandi Ecole” e l’ “Universita”. Gli studenti finito il liceo si inscrivono alle “classi preparatorie” per preparare l’esame per entrare alle grandi ecole. Se entri alla Grande Ecole, indipendentemente dalla tua facolta, hai il futuro spianato. Immagina che tutti i politici, impresari etc.. escono dalle grandi ecole, se invece vai all’universita’ conti poco. Ci sono professori che raccontano che i loro studenti anche se bravi non trovano lavoro perche’ chiaramente gli preferiscono quelli delle grandi ecole.
C’e’ anche una differenza di soldi, lo stato spende un fattore 5 o 6 volte superiore per formare gli studenti delle Grandi Ecole, rispetto ad uno studente universitario.
In qualche senso puoi pensare che sia un sistema pensato per generare un Elite accompaganto da un sistema universitario di basso livello per far contento il resto della popolazione.
Chiaramente ci sono tante eccezzioni….
zeila zanolli
aprile 9, 2015
Carissima Elena, purtroppo e’ un problema molto piu’ generale. Non accade solo in Francia, ma anche in Belgio o negli UK. I finanziamenti delle Universita’ dipendono dal numero di studenti e cosi, per avere piu’ introiti, le universita’ cercano di rendere facile la vita degli studenti. A scapito dei professori. La domanda piu’ ricorrente (in Spagna, negli USA, in Belgio, in UK) e’ : ma l’argomento x si porta all’esame?
Non c’e’ interesse per il sapere, non c’e’ amore della conoscenza, ma solo l’obbiettivo di passsare l’esame con il minimo sforzo.
Daniele Passerone
agosto 11, 2016
Non sono sicuro che derivi solo dal sistema elitario della scuola francese, in Svizzera c’è una pretesa di volere insegnare il più materiale possibile al Liceo, i ragazzi arrivano spompati e privi di capacità di ragionare all’università , e la catastrofe è assicurata…
A proposito, quali erano queste due frazioni? 🙂
elena
febbraio 13, 2017
Scusa per la tarda risposta, ho visto solo ora. Comunque si trattava della relazione dei punti coniugati, in ottica geometrica (lenti convergenti/divergenti), quindi frazioni.