Buongiorno,
adoro iniziare la giornata, o meglio, adoro fare colazione! A volte ho come la sensazione che la colazione metta a dura prova la giornata. Durante gli ultimi 10 mesi ho fatto spesso colazione alle 5:45 del mattino, sono tornato a scuola – scuola media, a due ore di macchina da casa, 178 Km secondo Google, io non li ho mai guardati precisamente sul conta Km della PANDA a Metano. Per tutti i 10 mesi c’è sempre stato qualcuno che mi ha chiesto se andavo in treno, non c’era possibilità di prendere treni o pullman, e non c’è stato modo di leggere libri o giornali, solo la radio, i lavori sull’autostrada e l’alba sul mare. 4 ore di macchina al giorno per insegnare al massimo 4 ore, 5 ore di fila non te le danno. Effettivamente 4 ore vanno benissimo e molte volte, soprattutto i primi mesi la gola ne risente. L’insegnante deve parlare, a volte urla, a volte no, a volte gli studenti ascoltano, a volte no. Cmq l’insegnante non è obbligato ad urlare se lo studente non è attento o non studia. Ci sono studiosi della didattica, della pedagogia, dell’agire didattico, si riconoscono nel paradigma della complessità senza conoscere la scuola di Santa Fè, ne tantomeno la rottura della simmetria delle repliche nei vetri di spin. Il sistema classe è più imprevedibile di un liquido non Newtoniano, “Non ho mai visto ricercatori più frustrati di chi studia i liquidi non Newtoniani. Devi prendere l’equazione di Navier Stokes :
e non puoi fare nessuna approssimazione”, parole di un fisico del mare.
Cmq la simmetria delle repliche è completamente spaccata, non puoi prendere due classi di adolescenti una in Canada ed una a Pesaro, proporre un’attività o una spiegazione e pensare che la lezione sarà riproducibile. Ma non è riproducibile neanche tra una classe e quella della sezione a fianco.
In questa situazione allora qualunque percorso diventa praticabile, è scritto nella Costituzione, art 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.” Il percorso che fa la classe è solo uno dei possibili percorsi didattici e allo stesso tempo è una sovrapposizione di tanti percorsi diversi, quelli dei 25 alunni che compongono la classe, tutti insieme contribuiscono a generare il sapere di ciascuno. Addirittura l’art. 1 d.lgs. 16 aprile 1994, n. 297, prevede che l’esercizio della libertà di insegnamento è diretto a promuovere , attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni e che tale azione di promozione è attuata nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni. Il singolo docente, così come il singolo alunno, non è realmente artefice della didattica né dell’apprendimento, entrambi si impegnano perché alcuni dei cammini dell’integrale di Feynman diventino più probabili – poi per fortuna ad un certo punto arriva la ricreazione! E’ già pronto con il suo carretto una specie di cabarettista 50enne che porta le merende.
Ritornando alla colazione qualche mattina ho chiesto alla barista, questa volta 60enne che alle 5:30 ha già aperto il bar, di prepararmi un cappuccino con doppio caffè, si magari con la bimba di pochi mesi e la sveglia alle 5:15 è capitato di dormire meno di 4 ore e saltare in macchina per 2 ore di autostrada. E’ stata una bella prova quest’anno di prova! Superato grazie al supporto e sforzo della famiglia, moglie e figlie che sono state spesso pronte a fare anche la mia parte, soprattutto la mattina quando uscivo prima della loro colazione !
Maria Grazia Ortore
luglio 15, 2015
Per fortuna non possiamo applicare la simmetria delle repliche…altrimenti sai che noia!
Leggendo mi è venuto in mente che alcuni insegnanti sembrano spesso annoiati e lo motivano dicendo che dopotutto si insegnano sempre le stesse cose. Probabilmente non conoscono nè l’art.33 nè il decreto del 1994 che citi, o, per come la vedo io, si sono semplicemente dimenticati di guardare i propri studenti con occhi limpidi e scevri da preconcetti. Ma io sono un fisico che legge troppi romanzi…
elisabettalatorre
luglio 15, 2015
gli insegnanti insegnano sempre le stesse cose se non si sforzano di trovarne di nuove. è questo uno dei tanti problemi della nostra scuola, che per molti è solo un modo per avere uno stipendio garantito e 3 mesi di vacanze ogni anno. ne conosco tanti di professori motivati e in continua ricerca di stimoli e argomenti, spero che i miei figli siano fortunati e ne trovino qualcuno durante la loro carriera scolastica… i miei complimenti a Raffaele, che è riuscito a destreggiarsi in una situazione tanto complicata ma che sono sicura gli ha portato tante soddisfazioni a casa come sul lavoro. oltretutto non oso immaginare la fatica di tenere a bada delle classi di scuola media, una fascia di età davvero impegnativa! ma sono sicura che hanno imparato tanto loro da te quanto tu da loro. e credo che in fondo ti sia anche divertito molto 😉
raffaele
luglio 16, 2015
Grazie per la fiducia sulle mie capacità di insegnamento, non nascondo però la mia paura di potermi in futuro annoiare. Per ora ho sfruttato molto materiale che avevo preparato durante il TFA. Questo è stato il mio primo anno di insegnamento ed ho avuto la fortuna di farlo non come supplente ma come titolare chiamato dalla graduatoria dell’ultimo concorso. Non avevo insegnato a scuola ma ho frequentato il famigerato TFA. Devo dire che ho riciclato diverso materiale che avevo a disposizione grazie al TFA, in parte opera mia ed in parte di altri colleghi TFA ma praticamente niente (se non 4-5 link a materiale sul web) messo a disposizione dai prof. TFA.
Io non mi preoccuperei dell’insegnante in se, quanto degli insegnanti come gruppo: durante il TFA appunto ci sono state un paio di colleghe che ci hanno costretto a condividere tutto il materiale preparato come tesine e ppt per sostenere i diversi esami. L’hanno fatto con determinazione e così il materiale che ho ereditato è buono e vale circa 10 volte il materiale che avevo preparato io stesso. Potrebbe essere istituzionalizzato un tale comportamento ? Ho sentito dire che le maestre dell’asilo condividono molto tra loro il materiale per i lavoretti dei bambini ….. il tutto è però lasciato alla buona volontà delle persone.
Questo esempio noioso esplicita una mia sensibilità: non vedo una scuola che necessità di rivoluzione, io promuoverei piccoli aggiustamenti e l’adozione (obbligatoria) di buone pratiche come quella che ho descritto.
Faccio un altro esempio: a scuola oggi è obbligatorio il registro elettronico, i computer a disposizione sono pochi, un po’ datati e la rete fa schifo. Utilizzando il portatile personale mentre sono in sala professori mi ritrovo senza prese per ricaricare la batteria a meno di mettermi seduto quasi in braccio al professore che sta utilizzando il computer fisso della sala professori, l’unica ciabatta disponibile è collegato appunto tale computer. Allora il prof. dopo dieci o più anni di scuola pubblica non è detto sia annoiato ma può essere che ha provato più volte a dare di più ma alla fine ha smesso di Don Chisciottare.
Dei piccoli aggiustamenti funzionali chi si farà mai bandiera? Invece far lavorare i ragazzi d’estate in chissà quali aziende può essere un grande risultato istituzionale!
attaccalite
luglio 16, 2015
Complimenti, e che fatica alzarsi cosi’ presto, resisti 🙂
Maria Grazia Ortore
luglio 22, 2015
Penso che i piccoli aggiustamenti funzionali non si facciano perchè la nostra democrazia a quanto pare non è così matura da ascoltare chi dentro ogni ambiente si impegna e cerca di fare al meglio.