La scorsa settimana ho partecipato ad una conferenza francese, e a contatto con la comunità di fisici e chimici sono venuta a conoscenza della decisione presa dal CEA (Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives) di chiudere la ricerca sulle tematiche legate al nucleare (fermioni pesanti, elettroni correlati, chimica degli elementi f …). Tra i materiali in questione vi sono l’uranio e gli elementi transuranici. La ricerca su tali domini è assicurata in Francia esclusivamente dal CEA, in particolare dal Service de Physique Statistique, Magnetisme et Supraconductivité (SPSMS), per quello che riguarda le proprietà fisiche fondamentali. SPSMS è un laboratorio, noto a livello internazionale per la qualità del suo lavoro, come testimoniano le 4 borse ERC ottenute recentemente. Quindi è sorprendente la decisione presa dalla direzione dal CEA di disfarsi di tale attività.
Al di là del fatto che i ricercatori in tali settori si vedono costretti a cambiare tematiche di ricerca, che strategia intende seguire la Francia riguardo all’energia nucleare? Perché un paese fortemente nuclearizzato decide di disfarsi di tale attività di ricerca? Che fine fanno gli studi sulla tossicità dei materiali pesanti?
Piu volte ho sentito parlare di “nucleare si nucleare no”, si puo’ dire si al nucleare quando si ha il supporto di un’adeguata ricerca, condizione necessaria e soddisfatta in Francia fino ad ora.
elisabettalatorre
novembre 28, 2013
la notizia in effetti lascia abbastanza di stucco. per esempio io ho votato no allo scorso referendum per il nucleare non certo perchè avevo fiducia nei programmi del governo Berlusconi, ma proprio perchè non volevo che si precludesse al nostro paese la possibilità di sfruttare questa tecnologia, quindi di investire e fare ricerca in questo campo. le cose poi sono andate come sono andate anche per colpa della disinformazione che è stata fatta dai giornali e dalla televisione, e la maggiorparte di quelli che hanno votato lo hanno fatto solo per motivi ideologici. invece sarebbe bello poter avere un dibattito vero, serio, con veri esperti del campo e che si parlasse non solo dei risvolti ambientali ma anche economici di una scelta a favore o contro. Rinunciare quindi a fare ricerca pur mantenendo le centrali mi dà quindi l’idea di qualcosa che rimane interrotta a metà e che non sfrutta appieno le potenzialità di una tecnologia che come tutte le tecnologie ha dei rischi e dei benefici: se togli la ricerca stai eliminando anche una buona parte dei benefici.